L’inizio di ‘Zero Connect’ (skizoromanzo)

Zero Connect

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Pagine iniziali

AVVERTENZA

PER I MIEI FAMILIARI

 

Vi denuncerò tutti, voi diavoli maledetti che mi ridete in faccia e alle spalle! Cercate di sturbarmi con la sola forza del pensiero, mi date i vostri veleni, le tossine della vostra lingua sporca che vi raschiate al di sopra del mio capo mentre dormo e anche quando sono sveglio… ma non ce la farete a farmi cambiare idea: quello che vediamo e sentiamo non è la relaità!

Non è la retal…

Non è la r…

Ci sono parole che mi riesce di pensare ma non di scrivere. Colpa del troppo uranio / troppo amianto presente negli ambienti in cui mi muovo e respiro. So che, scavando e indagando, riuscirò a mettere insieme un mio costrutto, una mia propria realtà (a-ah! quando mi concentro, dunque, ci riesco!). Il problema sarà cercare poi di puntellare il tutto impedendovi di applicare la vostra forza distruttiva…

Questo è un libro scritto da me principalmente per me, ma che ha lo scopo che venga letto in primis da ‘voi’. Sto attendendo che subentri il nuovo Ministro della Giustizia per mandarne una copia anche a lui: voglio che vi si faccia il processo, sotto il presidio di un giudice vero e umano, un giudice equo, imparziale, onesto, e non uno di quegli alieni togati che si sono intrufolati nel macchinario della Legge; voglio che i manicomi vengano riaperti appositamente per torturatori della vostra risma. Non è concepibile che gli aguzzini rimangano a piede libero e le vittime continuino ad agonizzare senza che nessuno le aiuti! Riverserò su queste pagine la mia realtà (sì: se mi concentro, mi è possibile scrivere questa parola), racconterò la verità vera, e spero che ogni singola sillaba serva a uccidervi un po’ di più.

 

 

 

 

PRIMO

 

 

 

La luna.

Dicono che fu osservando la luna che mio nonno, o mio padre che fosse, ebbe l’intuizione che gli permise di catapultarsi fin nel Parnaso della fisica teorica, enunciando la sua celebre formula.

Anch’io fisso il satellite della Terra. Potrebbe essere un occhio che ci spia da lassù, oppure… Cos’altro mi viene in mente, guardando Selene?

Io non ho studiato fisica. Mio padre (colui che all’anagrafe risulta essere mio padre) detestava questa materia: gli veniva da vomitare solo a sentirla nominare. Credo che lui non abbia mai toccato un testo di fisica o di matematica in vita sua. Io invece ci ho provato, perché ho, o meglio avevo, un’ottima opinione di Adalberto Magnanotaro; ma non ci capisco niente. Non riesco ad addentrarmi nei meandri di quei concetti astrusi, di quelle formule complicate. Si dice che buon sangue non mente, ma né io né il mio genitore abbiamo ereditato una sola goccia di sapienza dall’eminente inventore e fisico teorico che fu mio nonno, che fu suo padre… o il padre di entrambi.

Dunque: la luna.

La luna è come un culo di vacca. Culodivacca culodivacca culodivacca… mi piace l’immagine, adoro la forza di questo termine: devo ricordarmi di usarlo contro qualcuno. Mi viene spontanea zia Godiva: lei ha veramente, è veramente un culo di vacca. Comunque è la luna adesso a occupare in toto i miei pensieri, come accade di tanto in tanto. Infruttuosamente se volete, non alla maniera colta e scientificamente fondata di nonno, e tuttavia ci penso.

No, non è colpa o merito del grande Magnanotaro. Almeno credo. La mia ipotesi è un’altra: siccome qualcuno mi ha appellato “lunatico”, mi sono fissato con il nostro satellite naturale, che da ieri se ne sta bello pieno quasi all’altezza delle nostre teste. Testedicazz testedicazz testedicazz… No, non distrarti. La luna, dicevo. Una presenza seducente. Dopo che hai avuto accesso alla sua sfera, ti lascia solo. Trascinandoti verso l’irrimediabile rovina.

 

Come Serena.

 

Se solo penso a lei mi viene la fregola. Ma anche tanta rabbia. Fino al 2001 o giù di lì andava tutto bene nella mia vita: ottimi voti a scuola, una bella ragazza al fianco, scorribande con l’Hexagon 180… Poi ci fu l’attentato al World Trade Center e il mio universo crollò. Quasi in contemporanea con l’attentato, accadde che un primo giornale pubblicò la notizia-scandalo riguardante la nostra famiglia, e più esattamente riguardante me, e credo sia stato quell’articolo (che era più un rumour, un pettegolezzo, che una notizia vera e propria), oltre alle terrificanti immagini degli attacchi terroristici alle torri gemelle, a farmi sdrucciolare e perdere una prima volta il controllo della mia esistenza.

[…]

Peterparis:

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