Amazing Blondel

Nel 1970 debuttava un gruppo che avrebbe dato un’impronta particolare al folk-rock: gli Amazing Blondel.

Molti non lo sanno o non se ne ricordano, ma John Gladwin e Terry Wincott suonavano entrambi in una band molto “elettrica”: i Methuselah. I Methuselah erano un gruppo di hard rock tendente al rock progressivo… e al folk. Si inquadrano in un periodo in cui in Inghilterra diventava più forte l’interesse per sonorità rinascimentali (ne sono testimonianza “Lady Jane” dei Rolling Stones o anche alcune canzoni di Donovan). In seguito i Methuselah si trasformarono in Blondel e da lì in Amazing Blondel, producendo un LP in stile rock con influssi blues ed elementi di psichedelia. 

Fu Evensong, del 1970, a segnare la svolta, attraverso la quale gli Amazing Blondel (John David Gladwin, Terence Alan Wincott, Edward Blair) esplorarono il mondo delle ballate e dei madrigali medievali. Il trio familiarizzò con strumenti quali: liuto, oboe, cittern (una sorta di cetra), contrabbasso, organo a canne, armonium, flauti dolci, cromorno, chitarra, ocarina, percussioni. 

Nel successivo Fantasia Lindum (più vicino al rock progressivo) si sarebbero aggiunti la cornamusa, il dulcimer, la ghironda e il clavicembalo. 

Dall’album seguente in poi, gli Amazing Blondel abbandonarono le atmosfere elisabettiane per spostarsi verso sonorità simili a quelle degli Steeleye Span.

       Dal Medioevo: Amazing Blondel
https://www.youtube.com/embed/9uwuC0CEL8o

       La dolcezza dei suoni “elisabettiani” degli Amazing Blondel

Forse i più giovani non lo sanno, ma ad inizio Anni ’70 gli Amazing Blondel vennero spesso a suonare in Italia, dove si era formato un accanito gruppo di loro aficionados

Quando nel 1973 gli Amazing Blondel rimasero in due per l’uscita di John David Gladwyn – che voleva continuare a indirizzarsi soprattutto verso la musica medievale -, pubblicarono, fra il 1973 e il 1976, quattro album con la formazione a due: Blondel (“l’album viola”, il nostro preferito, con un certo Steve Winwood al basso!), Mulgrave Street, Inspiration e il pessimo Bad dreams.

Tornarono insieme, in tre, nel 1997, com’è testimoniato dall’album Restoration, che di nuovo tendeva più verso la musica delle origini della band.  

Poi nel 2010 arrivò The Amazing Elsie Emerald, di nuovo senza Gladwin, e quell’album fu una cattiva idea (lo mettiamo quasi al livello del deludente Bad dreams). Dopo, fu la fine definitiva.

>> Nessuno, ascoltandoli la prima volta, si sognerebbe di catalogare gli Amazing Blondel come gruppo rock, né tantomeno “progressive”. Eppure […] <<

           Un ricordo degli Amazing Blondel su Zerovirgolaniente

      Amazing Blondel – Fantasia Lindum (1971) 

Chitarre acustiche più strumenti antichi quali il liuto, il clavicembalo, l’harpsichord, l’oboe, il dulcimer, la cetra, il cromorno, l’harmonium, la ghironda…: ecco i tre musicisti degli Amazing Blondel che ci invitano nel loro salotto medieval-elisabettiano. 

Apre l’LP la suite “Fantasia Lindum”, che occupa tutto il lato A. La voce di John Gladwin, leader della band, si svolge attraverso melodie e atmosfere rese ancora più suggestive dai cori degli altri due membri (anche loro polistrumentisti), Terence Wincott ed Eddie Baird.

Parte la seconda facciata e constatiamo che, pur restando fermo  l’orientamento folk-britannico, i brani si arricchiscono di spunti di influenza West Coast, con accenti un po’ à la Crosby Still & Nash. 

Chiude il disco “Seige Of Yaddlethorpe”, marcia militare con cornamuse e soprattutto con rullate di batteria ad opera di Jim Capaldi, batterista dei Traffic, gruppo anch’esso sotto contratto con la label Island.

Articolo su Prog Bar Italia

(con vari video e foto):

Quando gli Amazing Blondel rimasero in due

            Amazing Blondel – England (1972)  

“L’album viola” è forse il capolavoro degli Amazing Blondel, anche se la critica e molti fans non sono d’accordo. Secondo noi, è proprio qui, qui che i menestrelli inglesi si allontanano un po’ dalle atmosfere medievaleggianti, pur restando in ambito di “musica antica”, “tradizionale”, quella musica che risalta l’arte, l’anima stessa del loro progetto. Canzoni dolci, bucoliche. Suoni pacati, voci “mellow” e, soprattutto, la bellezza delle melodie.

Certo: non erano più gli “Amazing Blondel”: ora erano i “Blondel” e basta… Ma sapevano – e sanno – ben avvolgere l’ascoltatore e trasportarlo sulla piazza e nelle viuzze di un borgo inglese di 400, 500 anni prima!

‘The Purple Album’ è progressive folk, sicuramente. Con questo disco si lasciano alle spalle il sound elisabettiano pur gradevole e intraprendono lo stesso percorso che intrapresero i Gryphon già a partire dal secondo album per arrivare a destinazione con il quarto  Treason.

               La defaillance di Eddie Baird

Un vecchio giornale musicale: Sounds. Un articoletto  a pagina 3 del numero del 30 novembre 1974. Vi si parla dei (molti) concerti degli Amazing Blondel successivi all’uscita dell’album Mulgrave Street. Sul palco: i Roxy Music e i Blondel (questi ultimi accompagnati da un’orchestra): strano abbinamento, anche se si pensa che i Roxy Music erano sotto contratto presso Island Records mentre gli Amazing Blondel erano passati a un’etichetta minore, la DJM (Dick James Music Records, che venne poi chiusa nel 1986).

Da tempo gli Amazing Blondel avevano – parzialmente – rinunciato alla musica antica, cercando di produrre brani più “accessibili”. Sarebbe stato questa scelta a causare vari strappi all’interno del terzetto, come sappiamo. Il conflitto maggiore era tra il desiderio dei manager, i quali premevano per organizzare un numero maggiore di concerti, e quello del gruppo, che invece voleva passare più tempo in studio di registrazione a produrre nuovo materiale. Alla fine, tale situazione portò, nel 1973, alla partenza di John Gladwin, colui che aveva scritto la maggior parte dei loro brani. I rimanenti due membri decisero di continuare come duo, accorciando il nome del gruppo in “Blondel” ed esibendosi  in compagnia di formazioni orchestrali.

Quello del 1974 fu un tour vario, sia in Europa che sull’Isola, con viaggi qui e là; a macchia di leopardo.

Nell’articolo si dice:

>> Eddie Baird ha avuto un mancamento poco prima di salire sul palco al Politecnico di Newcastle, la scorsa settimana. Trasportato all’ospedale, gli è stato riscontrato ‘un esaurimento’. Sembrava essersi ripreso e difatti si è fatto trovare pronto, venerdì scorso, per esibirsi con la band al Goldsmiths College di Londra. Ma lunedì purtroppo è collassato nuovamente. << 

Al di là di questa “curiosità”: spulciando i vari articoli d’epoca sugli Amazing Blondel, si nota l’atteggiamento altezzoso, a volte arrogante di tanta critica musicale, atta a seguire i generi alla moda ed escludere dai propri favori gli artisti che producevano suoni alia. Era quasi già un miracolo trovare qualcosa circa gli Amazing Blondel su una qualche rivista rock della metà degli Anni Settanta. Ricordiamoci tra l’altro che furoreggiava il punk…

#medieval #folkrock #progfolk 

Annie Barbazza at Club Giardino.

Covers di:

Amazing Blondel, Genesis, King Crimson, Yes.https://www.youtube.com/embed/ReGxe1fvX8c

 Il prog-folk acustico) degli Amazing Blondel sul palco del “Folkest” di Spilimbergo (Pordenone) nel 1998

Ci sono tutt’e tre i membri: John David Gladwin,Terry Wincott ed Eddie Baird. E la musica che a quel punto loro producono è ancora bella come lo era quasi 30 anni prima!