Armando Lazzarano: ‘La leggenda di Leon’

A cavallo tra ’700 e ’800, in pieno Risorgimento, in un borgo in terra di Cala­bria – Corigliano – nel Regno di Napoli, Leonardo Cortese ripercorre tutta la sua vita, dall’infanzia travagliata e solitaria trascorsa tra le mura del suo castello, con genitori assenti e costretto a cercare conforto negli inservienti di palazzo, all’incontro con Luigi Tieri, che gli farà da guida nel corso della sua vita.

Nel corso degli anni, varie vicende si accavallano, prima fra tutte i conti­nui disaccordi con il padre, il Barone Francesco Cortese: pomo della discordia la conduzione del casato e il trattamento del popolo. Con l’aiuto del maggior­domo Antonio, caro amico di suo nonno, e del fidato Luigi, Leonardo porta alla luce alcune scomode verità e, deciso a riportare la pace nelle sue terre, inizia una lotta diplomatica contro suo padre. Messo al corrente da Antonio della presenza di una stanza segreta sotto il mausoleo dove riposano le spoglie del nonno, il protagonista riporta alla luce il manoscritto contenente le vecchie leggi del casato e una lettera lasciatagli dal defunto nonno. Leonardo è pronto a dichiarare guerra al genitore…

 


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“La trama complessiva, gli intrecci oscuri, le trasformazioni radicali dei personaggi, il mondo dei non viventi o dei morti che camminano e agiscono conducono a inserire il lavoro in un genere letterario che ricorda la letteratura dell’orrore, il romanzo gotico (non mancano, infatti, nel racconto di Lazzarano, pagine d’orrore e note romantiche). In maniera molto generico lo si potrebbe definire un romanzo fantasy ma gli si farebbe torto. È difficile e presuntuoso voler etichettare, incasellare rigidamente in un genere. È un romanzo dove si combattono uomini normali e mostri, ma dove, a volte, il bene e il male si confondono e un gioco di metafore potrebbe svelare ben altri risvolti, ben altre letture.” (Da un articolo del Dott. Fabio Pistoia)