Il server di Libero è down (I dolori di Cyberius)


 Oggi mi ha scritto un’amica, dopo mesi che non avevo più nuove da parte sua.

   Caro franc’O,
a volte viviamo situazioni paradossali per colpa della tecnologia che tanto amiamo. Tu non avevi risposto alle mie due ultime mail (settembre e dicembre 2022) ed io mi apprestavo a scriverti per dirti che mi dispiaceva averti offeso o (peggio) ferito senza accorgermene, dal momento che sembravi avere interrotto i rapporti con me. Ora da due giorni e mezzo Libero non funziona, e quindi niente account con Libero e niente blog, dal momento che Myblog [appunto:  la piattaforma di blog che fa capo a Libero, N.d.R.] si appoggia a Virgilio che va di pari passo con Libero.
Oggi, sfogliando la posta per controllare la situazione e vedendo che avevo ben 31 “spam”, ho trovato le tue risposte (erano andate a finire proprio nella spam) ma non ho potuto leggerle. Così ti mando queste due righe di scuse tramite una e-mail alternativa… 

 

 Aspetto
fiduciosa.

   Cara amica,

viviamo tempi strani. È capitato già diverse volte che miei corrispondenti siano spariti dall’orizzonte visivo per colpa dell’ominosa “spam”, o che io sia in pratica morto ai loro occhi a causa dello stesso motivo o per disservizi similari.

Niente problemi! O, per riprendere lo slogan di Guida galattica per autostoppisti, celebre romanzo di Douglas Adams: ‘No Panic!’ Niente Panico!


Ho notato nel frattempo che la piattaforma MyBlog non è raggiungibile. Ho provato più volte, ma nulla. Sarebbe un peccato se il server continuasse a essere “down”, poiché in Italia moltiblog davvero interessanti si servono proprio di questa
piattaforma. Per voi, sarebbe il caso di trasmigrare verso blogspot /blogger.com, secondo me.

Su Internet, come ormai ben sappiamo, “sicurezza” è un termine assai relativo.


Ricordo tutte le pagine online (anche culturali) che vennero cancellate in un sol colpo quando Geocities venne “risucchiato” da
Yahoo… sto parlando degli albori della Rete, in pratica… Geocities era un sito che offriva spazio gratuito agli utenti e ben presto si riempì di “sottositi” in tutte le lingue del mondo – anche se l’inglese rimaneva, giustamente, l’idioma predominante. E rammento tante altre homepage e non pochi indirizzi di e-mail che sono spariti con lo sparire di un qualche server o provider oppure con il suo trasmigrare da una proprietà all’altra. Per questo, rimango scettico nei confronti di Internet, sebbene io abbia a che fare con i computer (PC) e con la comunicazione via computer (che
un tempo avveniva via modem [MOdulator-DEMulator) in pratica fin dagli inizi; meglio: da prima ancora che Internet stesso prendesse piede qui nel Mitteleuropa. (Si comunicava, via rete telefonica – che allora in Germania dipendeva dalle Poste -, “messaggiandosi” su piattaforma MS-Dos  [non ancora usando Windows, dunque] attraverso cosiddette ‘Mailbox’. Io e i miei amici in possesso di computer, dei quali alcuni abitavano in campagna, ci divertivamo con questa novità e ci divertivamo a propagandarla presso amici e conoscenti nonostante costoro scuotessero la testa con compatimento e ci chiedessero cosa ce ne facessimo di un “calcolatore”: che cosa di bello avevamo da calcolare, ‘noi’? E smontavamo e montavamo le schede elettroniche contenute nelle enormi casse – che fiancheggiavano gli enormi monitor posti sulle scrivanie – spendendo anche un bel po’ di quattrini, per potenziare continuamente il nostro PC. Il groviglio di cavi elettrici era onnipresente…)


La storia dei primordi del web è molto affascinante. Io ci ho
scritto un romanzetto, I dolori di Cyberius, ma mi fa tuttora
piacere leggere articoli che riassumono quegli anni di grande
entusiasmo (da parte di noi ‘nerd’): è come riguardare una vecchia
foto che raffigura anche noi, pur se magari posti in un angolo e
mezzo nascosti. Articoli come questo:


https://www.globusmagazine.it/la-nascita-internet-la-rete-rivoluzionato-mondo/

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