Grattacieli – Una piccola historia (2)

FAMOSE TORRI
Forse pochi lo sanno, ma con i suoi 167 metri la Mole Antonelliana di Torino è più alta del Grattacielo Pirelli!
La Mole Antonelliana, costruita nel 1863 su progetto di Alessandro Antonelli, era destinata a diventare il tempio della Comunità Israelita torinese, che nel 1867 cedette l’edificio (ancora in fase di costruzione) al Comune di Torino, che ne completò la realizzazione del 1900. Nel corso degli anni si resero necessari possenti rinforzi di calcestruzzo armato realizzati, a partire dal 1931, dagli Ingegneri Pozzo, Gilberti e quindi Albenga.

Il Grattacielo Pirelli venne costruito tra il 1955 ed il 1959 su progetto di Ponti, Fornaroli, Rosselli, Valtolina, Dell’Orto e Nervi. Con i suoi 127 metri di altezza si vanta di essere uno dei più alti edifici del mondo in cemento armato.

 

Nemmeno la Torre di Babele “grattava” il cielo. Anzi, a essere sinceri non gli faceva neppure il solletico! La mitica costruzione avrebbe anzi fatto una magra figura persino se confrontata con la Torre Eiffel. Degli studiosi hanno infatti scoperto che era alta appena 95 m…
Furono i Sumeri, nel 1700 a.C., a tentare di avvicinarsi ai loro dèi grazie a questa costruzione. Una “collina sacra” che si trovava al centro della loro città (nel bassopiano fra i fiumi Tigri ed Eufrate) costituì la base dell’opera. Tale base fu poi via via ingrandita tramite piani sovrapposti, secondo il sistema di edificazione a terrazze. Nel Vecchio Testamento (Genesi, cap. 11) leggiamo:
 

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco”. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. ]Poi dissero: “Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perchè non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi essarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perchè là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

 
La Torre di Babele rimase più o meno intatta per oltre un millennio. La superficie era di base quadrata; sette erano i piani. Questi ultimi erano raggiungibili attraverso scalinate esterne (là dove oggi un architetto costruirebbe un esoscheletro). Ogni piano era consacrato a una  divinità diversa. In cima alla torre c’era un tempio con tegole smaltate di blu. Ad inizio di ogni anno, i sacerdoti babilonesi celebravano nel tempio il “Matrimonio Sacro” di Marduk, il più importante dio della loro mitologia.
Erodoto scriveva attorno al 470 a.C.: “Nel cuore della zona sacra di Babilonia, si erge una gigantesca torre, che propriamente è la somma di sette torri sovrapposte. Quella superiore, dove c’è il tempio, è ricoperta d’oro. In essa pernotta una splendida vergine, che viene scelta apposta per il dio babilonese. I sacerdoti raccontano che il dio entra personalmente nel tempio per accoppiarsi con la vergine.”
 
I nemici danneggiarono spesso la Torre di Babele, e qualche volta arrivarono a distruggerla completamente. Il re assiro Asarhaddon (VII sec. a.C:) ordinò che venisse ricostruita, e l’architetto del re eternò le misure su una tavola d’argilla. “Ho rifatto le fondamenta e ho innalzato nuovamente le sue mura”, annotava scrupolosamente l’architetto. Lavorava con grande passione. Ma evidentemente fece qualche sbaglio: infatti, da una tavola del 570 a.C. (allora regnava Nabuccodonosor II), apprendiamo che la torre dovette essere restaurata ancora una volta, “affinché la cima punti di nuovo dritta verso il cielo”. Non erano pochi i pellegrini che giungevano per ammirare il biblico monumento; ma erano soprattutto i nomadi a saziarsene la vista. Per loro doveva essere uno spettacolo, mentre conducevano le loro caravane di cammelli attraverso il bassopiano, vedere sorgere all’improvviso questo gigante “di oro rifulgente”…
Per il Cristianesimo la Torre di Babele fu il simbolo dell’arroganza umana. E qui individuiamo un curioso parallelismo con l’opinione che hanno degli skyscrapers gli islamisti radicali…
La Torre di Babele diede adito a tante fantasiose credenze. Solo nel XVII sec. alcuni studiosi corressero l’opinione comune secondo cui essa raggiungerebbe la luna, ergendosi dalla superficie terrestre simile a un’enorme matita conficcata in una palla. Gli insigni studiosi osservarono (giustamente!) che, se fosse stato così, la Terra si sarebbe capovolta. 
Ma già nel 1730 c’era stata un’obiezione da parte dell’autorevole scienziato Jakob Scheuchzer, di Augusta. La conclusione di Scheuchzer fu questa: “Poiché la Luna dista dalla Terra 50 volte il diametro terrestre, per costruire la Torre di Babele sarebbero occorse 50 volte più pietre di quanto non ne contenga il nostro pianeta”!
 
Robert Koldwey, che scoprì le rovine di Babilonia, nel 1912 poté calcolare l’altezza della torre: 95 metri. Una vera delusione! Koldway attestò così la veridicità delle misure che anticamente l’architetto del re Asarhaddon aveva segnato sulla sua tavoletta d’argilla.
 

                                                            

 

 
Dopo quella di Babele, altre torri sorsero dovunque come funghi. Il cielo si ostinava a rimanere irraggiungibile, ma tuttavia, grazie a queste costruzioni che puntavano decisamente verso l’alto, i credenti si sentivano in qualche modo più vicini alle loro divinità. Inoltre le torri (e i campanili) avevano il vantaggio che dalle loro cime si poteva guardare lontano: difatti molte di esse servirono come postazioni di sorveglianza – in senso meteorologico e anche bellico. In India, in cima alle torri si usava scolpire i visi di certi dèi spaventosi, nella speranza di impaurire i nemici. Una delle più celebri “torri dei volti” si può  ammirare ancora oggi ad Angkor, in Cambogia.
 
Tra le Sette Meraviglie dell’antichità era il Faro di Alessandria, la cui costruzione fu ordinata da Tolomeo II nel 290 a.C. Come testimonia una scritta, l’architetto del Faro fu Sostratus, figlio di Dexiphanos di Knidos. 
Il Faro era alto 120 m e in cima vi brillava una fiamma che risultava visibile a  22 km. di distanza. La fiamma serviva anche a segnalare l’entrata in porto di una nave. Il Faro di Alessandria era una costruzione a tre “piani”, o livelli. La legna da ardere veniva trasportata in cima con l’aiuto di muli e/o asini su una rampa che saliva a spirale all’esterno. Gli spigoli del piedistallo, o zoccolo (che aveva un’altezza di 65 metri), erano ornati da quattro giganteschi démoni marini, muniti di corni o strumenti consimili: i leggendari Tritoni, creature mezzo uomini e mezzo pesci. Al piedistallo si congiungeva un edificio secondario. Quando veniva avvistata una nave, si pompava del vapore finché non usciva un suono dagli strumenti dei Tritoni. 
Un miracolo di ingegneria era anche il sistema di specchi situato all’interno del faro, che permetteva di guardare fino a distanze fino ad allora inconcepibili. Attraverso un tubo semovibile infisso verticalmente, poteva essere avvistata anche la più lontana imbarcazione: si trattava, probabilmente, del primo periscopio della storia. Lo specchio proiettava l’immagine – capovolta e ingrandita – su una superficie a pian terreno… A Bisanzio ritenevano quest’invenzione un capolavoro (cosa che in effetti era): “Tramite lo specchio, si può arrivare a vedere Roma, e persino le persone che camminano nelle strade della nostra città. E ciò sebbene Alessandria sia separata dal mare”.
La parte centrale della costruzione era di marmo bianco e aveva alcune aperture per fare entrare la luce, oltre che una pedana da passeggiata. Sopra a ogni cosa pesava la laterna, che era a forma di pergolato. Il faro era situato sull’isola di Pharos,   davanti ad Alessandria. Poiché i Romani lo chiamavano Pharos di Alessandria, ne derivò il termine “faro”.
Solo nel XIV sec., per via di un terremoto, la mirifica costruzione crollò.
Nella Cina del periodo buddista si conoscevano già le torri (T’ai), anche se si trattava di torri dalla forma tutta particolare. Erano torri d’avvistamento e di difesa, ma spesso fungevano anche da abitazioni. E’ quanto ci lasciano capire i modellini di ceramica di queste T’ai. Come a Babilonia, anche qui gli architetti sovrapponevano un piano sopra l’altro (quasi sempre si fermavano al settimo), ognuno con il suo bravo tetto spiovente. Oggi si possono vedere pagode non dissimili sui monti ad ovest di Pechino.
Ma ancora più esotiche di queste “costruzioni ad ombrello” dei cinesi ci appaiono le Copura indiane: porte turrite a forma di montagne che si ringiovaniscono verso l’alto. I gradini delle Copura sono circondati da rilievi e statue di pietra che narrano le leggende di Visnu e Shiva.
In Europa l’epoca gloriosa delle torri iniziò attorno al 1000 d.C. Nei vari comuni, i campanili delle chiese sorgevano parallelamente alle torri delle corporazioni, che fungevano da depositi d’armi, torri di sorveglianza, di difesa e panoramiche.
Poiché le torri sormontavano tutti i tetti, davano un profilo caratteristico alla città, divenendone il simbolo. Spesso i cittadini  affibbiavano ad esse un nomignolo: quella di Amburgo venne ribattezzata “Michel”, a Londra c’è il famoso “Big Ben”, lo “Steffel” è a Vienna, e così via.
Nel 1173 l’italiano Buono Bonanni e il tedesco Guglielmo di Innsbruck costruirono a Pisa una torre di marmo bianco che contava 107 colonne. Durante la costruzione, l’edificio si inclinò e i lavori dovettero essere sospesi. Cento anni dopo, accorgendosi che il “torso” dell’edificio non si piegava ulteriormente, i pisani fecero riprendere l’opera. L’architetto Giovanni di Simone fece di tutto per “rimediare” all’inclinazione mentre andava costruendo i piani superiori. Ovviamente non sospettava che la Torre di Pisa sarebbe diventata una delle più grandi attrazioni turistiche giusto perché storta – o pendente. Torri pendenti ve n’è dappertutto, ma nessuna è famosa come questa.
Nell’èra moderna (XX sec.) furono costruiti i primi edifici con un’infrastruttura di acciaio; ma i palazzi alti, i grattacieli, trovarono una loro ragione di essere solo dopo che l’americano Elisha G. Otis ebbe inventato l’ascensore (1854). Vent’anni più tardi sorsero le prime “torri abitabili” a più di dodici piani.
Per soli 41 anni la celeberrima Torre Eiffel poté vantarsi di essere la costruzione più alta del mondo: già nel 1930 sorgeva il grattacielo Chrysler, che la sovrastava di sei metri, e un anno dopo fu la volta dell’Empire State Building. Da qui in poi fu una vera e propria caccia al primato, che si tenne soprattutto negli USA. Esattamente come ai tempi di Babele, gli architetti di oggi sognano di dare l’assalto al cielo. Solo che i loro motivi sono diversi…
 
 

                                            Le costruzioni più alte della storia

     Antichità
     Ca 1700 a.C. Torre di Babele. Altezza: 95 m. ca.
    290 a.C. Faro di Alessandria. 120 m.

    Medioevo
      1260. Torre sud della cattedrale di Chartres. 105 m.
     1300. Campanile del duomo di Lubecca. 107 m.
1340. Campanile del monastero di Friburgo. 116 m.
1350. Campanile di Salisbury.123 m.
1433. Duomo di Santo Stefano a Vienna. 137 m.
1439. Campanile del monastero di Strasburgo. 142 m.
1478. Campanile della Marienkirche a Stralsund. 151 m.
1569. Campanile della cattedrale a Beauvais. 153 m.

Tempi moderni
1889. Torre Eiffel. 300 m.
1930. Grattacielo Chrysler, NY. 306 m.
1931. Empire State Building, NY. 381 m.
1972. Torri gemelle del World Trade Center, NY. 415 e 417 m. ( 2001)       1974. Sears Tower a Chicago. 443 m.
       1998. Petronas Towers a Kuala Lampur. 452 m.
       2004. Taipei 101 a Taipei. 509 m.
       2008. Freedom Tower, NY. 541 m.
       2009. Burj Dubai. 818 m.
       

Altri degni di menzione:

Shanghai Tower a Shanghai, 632 metri (2015).
Abraj Al Bait a La Mecca, Arabia Saudita,
601 m. (2012).
Ping An Finance Centre, Shenzhen, Cina,
599 m. (2017).
Lotte World Tower, Seoul, Corea del Sud,
555,65 m. (2016).
One World Trade Center, NY, 541,33 m. (2014).
Tianjin CTF Finance Centre, Tianjin, Cina, 530 m.(2019).
Guangzhou CTF Finance Centre, Canton, Cina, 530 m. (2016).
China Zun, Pechino, 528 m. (2018).
 
 
 
Un alto edificio costruito al posto sbagliato. Siamo a Busto Arsizio. Chiesa di San Michele e Grattacielo